ATTENZIONE! Allarme spoiler!!
Non continuare a leggere se non hai ancora letto la storia!!!
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Angela Vanessa Francesca Ceolipro: 05-05-1985/24-12-2000 (23:59)
Com'è Angela? Ah beh...
Parto con il dire che è una quindicenne davvero molto bella, non la bellezza “acerba” di cui sono dotate molte ragazzine, la sua bellezza la fa sembrare più grande, spesso infatti passa per una diciottenne, malgrado la sua altezza e le forme appena accennate.
Ha il viso a cuore, la mascella piccola e le fossette sulle guance, le labbra sono abbastanza sottili e spesso contratte in un ghigno sarcastico, il naso è piccolo e dritto, leggermente all 'insù, lei però lo trucca in modo da farlo sembrare ancora più fino.
Ha gli occhi grandi ma proporzionati; il colore li rende particolari, un grigio tendente all 'azzurro, con il contorno più scuro e delle venature bluastre, le ciglia non sono molto lunghe e (essendo lei bionda al naturale) sono castane come le sopracciglia fine e “spigolose”.
Tinge i capelli di nero corvino dal Marzo del 1998, inizialmente quasi per gioco, usando una tinta trovata in camera della nonna, poi, vedendo che le stanno bene, la madre le permette di continuare a tingerli; allora li aveva abbastanza lunghi, con la frangetta, ma il giorno del suo tredicesimo compleanno (5 Maggio 1998, il giorno in cui si ricorda della sua “vita precedente”, diciamo) li taglia corti a caschetto.
È alta un metro e cinquantotto e pesa quarantasei kg, è di corporatura minuta, ossa piccole, molto magra.
Presta una grande attenzione alla cura delle unghie, dei denti e della pelle.
Non le piace la TV e molto di rado va al cinema, preferisce restare a casa a leggere o giocare con la cugina che fare attività fisica... in realtà non è assolutamente portata per lo sport, ha più volte provato a fare ginnastica artistica o danza ma le uniche attività in cui è riuscita ad andare bene sono la ginnastica pre atletica e l 'auto difesa.
Soffriva di sonnambulismo da quando era piccola a causa di continui sogni agitati in cui vedeva delle scene apparentemente senza senso ma ad ogni modo inquietanti (aveva dei ricordi confusi sul rito per evocare il Jinn e la morte di Bianca), durante i quali si alzava e spesso camminava per la sua stanza o per il corridoio. Dopo i suoi tredici anni questo problema sparisce ma sua madre la manda da uno psicologo dopo un particolare episodio in cui Angela, di notte, decide di andare nel cimitero dietro alla Villa; arrivata alla tomba di Bianca graffia la lapide e cancella i primi due nomi, la data di morte e modifica la data di nascita con la sua, quindi lascia scritto: “Qui giace Angela Ceolipro, che tornò al cielo in prematura età. A 5.5.1985 - Ω --.--.----”. Francamente, anch'io avrei mandato mia figlia da uno psicologo.
Le piace vestirsi in modo elegante, abiti e gonne principalmente, anche se per stare più comoda ha qualche paia di pantaloni, jeans scuri per
l 'inverno e pantaloncini chiari e leggeri per l 'estate; porta quasi sempre scarpe col tacco (più o meno alto) per sentirsi meno tappetta e d'estate le piace mettere sandali o infradito rialzate.
Dal 1999 frequenta il liceo artistico di Milano, eccellendo in storia e letteratura; nonostante le piaccia l 'inglese la sua pronuncia lascia molto a desiderare, per cui i suoi voti in materia sono alquanto mediocri.
La sua pianta preferita è il fiore di mirto bianco, le piacciono tanto le foglie di menta ma, proprio come Bianca (nonché sua vita precedente), odia le rose bianche, che le ricordano Giuseppe. (Vedi Bianca Ceolipro)
Non le piacciono i film horror dato che non li trova spaventosi, ma disgustosi, suo padre ne ha una collezione e lei si è sempre rifiutata di vederli. Con lui si trova molto bene, specialmente perché entrambi hanno la passione per gli oggetti e i libri antichi (vi lascio immaginare perché Angela abbia questa passione).
Con sua madre è in continuo conflitto, dato che Stella (sua madre, appunto) non ha mai velato troppo il fatto di preferire Martina; anche con lei, infatti, Angela è sempre sulla difensiva e fredda.
Sta bene con sua zia Diamante ma dato che anche sua sorella Martina le è vicina, non passa più molto tempo assieme a lei; con zio Fabrizio si diverte perché a lui piace fare foto e a lei piace essere fotografata, qualche volta infatti l 'ha usata come soggetto delle sue foto.
Con la sua omonima cuginetta Angela il rapporto è tutto rose e fiori, lei spesso chiama la più piccola “Ange”, “Angelina” o “piccola Angela”.
E una discendente di Bianca Ceolipro (pro-pro-prozia) e diretta discendente di Valentina Ceolipro (trisnonna)
Com'è Angela? Ah beh...
Parto con il dire che è una quindicenne davvero molto bella, non la bellezza “acerba” di cui sono dotate molte ragazzine, la sua bellezza la fa sembrare più grande, spesso infatti passa per una diciottenne, malgrado la sua altezza e le forme appena accennate.
Ha il viso a cuore, la mascella piccola e le fossette sulle guance, le labbra sono abbastanza sottili e spesso contratte in un ghigno sarcastico, il naso è piccolo e dritto, leggermente all 'insù, lei però lo trucca in modo da farlo sembrare ancora più fino.
Ha gli occhi grandi ma proporzionati; il colore li rende particolari, un grigio tendente all 'azzurro, con il contorno più scuro e delle venature bluastre, le ciglia non sono molto lunghe e (essendo lei bionda al naturale) sono castane come le sopracciglia fine e “spigolose”.
Tinge i capelli di nero corvino dal Marzo del 1998, inizialmente quasi per gioco, usando una tinta trovata in camera della nonna, poi, vedendo che le stanno bene, la madre le permette di continuare a tingerli; allora li aveva abbastanza lunghi, con la frangetta, ma il giorno del suo tredicesimo compleanno (5 Maggio 1998, il giorno in cui si ricorda della sua “vita precedente”, diciamo) li taglia corti a caschetto.
È alta un metro e cinquantotto e pesa quarantasei kg, è di corporatura minuta, ossa piccole, molto magra.
Presta una grande attenzione alla cura delle unghie, dei denti e della pelle.
Non le piace la TV e molto di rado va al cinema, preferisce restare a casa a leggere o giocare con la cugina che fare attività fisica... in realtà non è assolutamente portata per lo sport, ha più volte provato a fare ginnastica artistica o danza ma le uniche attività in cui è riuscita ad andare bene sono la ginnastica pre atletica e l 'auto difesa.
Soffriva di sonnambulismo da quando era piccola a causa di continui sogni agitati in cui vedeva delle scene apparentemente senza senso ma ad ogni modo inquietanti (aveva dei ricordi confusi sul rito per evocare il Jinn e la morte di Bianca), durante i quali si alzava e spesso camminava per la sua stanza o per il corridoio. Dopo i suoi tredici anni questo problema sparisce ma sua madre la manda da uno psicologo dopo un particolare episodio in cui Angela, di notte, decide di andare nel cimitero dietro alla Villa; arrivata alla tomba di Bianca graffia la lapide e cancella i primi due nomi, la data di morte e modifica la data di nascita con la sua, quindi lascia scritto: “Qui giace Angela Ceolipro, che tornò al cielo in prematura età. A 5.5.1985 - Ω --.--.----”. Francamente, anch'io avrei mandato mia figlia da uno psicologo.
Le piace vestirsi in modo elegante, abiti e gonne principalmente, anche se per stare più comoda ha qualche paia di pantaloni, jeans scuri per
l 'inverno e pantaloncini chiari e leggeri per l 'estate; porta quasi sempre scarpe col tacco (più o meno alto) per sentirsi meno tappetta e d'estate le piace mettere sandali o infradito rialzate.
Dal 1999 frequenta il liceo artistico di Milano, eccellendo in storia e letteratura; nonostante le piaccia l 'inglese la sua pronuncia lascia molto a desiderare, per cui i suoi voti in materia sono alquanto mediocri.
La sua pianta preferita è il fiore di mirto bianco, le piacciono tanto le foglie di menta ma, proprio come Bianca (nonché sua vita precedente), odia le rose bianche, che le ricordano Giuseppe. (Vedi Bianca Ceolipro)
Non le piacciono i film horror dato che non li trova spaventosi, ma disgustosi, suo padre ne ha una collezione e lei si è sempre rifiutata di vederli. Con lui si trova molto bene, specialmente perché entrambi hanno la passione per gli oggetti e i libri antichi (vi lascio immaginare perché Angela abbia questa passione).
Con sua madre è in continuo conflitto, dato che Stella (sua madre, appunto) non ha mai velato troppo il fatto di preferire Martina; anche con lei, infatti, Angela è sempre sulla difensiva e fredda.
Sta bene con sua zia Diamante ma dato che anche sua sorella Martina le è vicina, non passa più molto tempo assieme a lei; con zio Fabrizio si diverte perché a lui piace fare foto e a lei piace essere fotografata, qualche volta infatti l 'ha usata come soggetto delle sue foto.
Con la sua omonima cuginetta Angela il rapporto è tutto rose e fiori, lei spesso chiama la più piccola “Ange”, “Angelina” o “piccola Angela”.
E una discendente di Bianca Ceolipro (pro-pro-prozia) e diretta discendente di Valentina Ceolipro (trisnonna)
Angela Noemi Manuela Ceolipro/Ceoreno: 08-01-1993/01-01-2011
(00:01)
È piuttosto alta, circa un metro e settanta per sessantatré kg, ha una corporatura robusta ed un fisico da lanciatrice di coriandoli; no, non le è mai piaciuto lo sport, ha sempre preferito suonare il flauto e starsene tranquilla a casa, è una persona sostanzialmente calma e a volte si perde nei suoi pensieri con lo sguardo vacuo, un po' come se fosse cieca.
Ha i capelli color biondo cenere, lunghi fino a mezza schiena con la riga a sinistra, mossi, quasi con dei boccoli naturali; gli occhi grandi e grigi, le ciglia scure abbastanza lunghe, le sopracciglia sono castane ed arcuate, non sempre molto curate, il naso è semplice, con la punta un po' a patata. Le guance sono morbide, piene ma non troppo, con un leggero colorito roseo. Non le piace truccarsi molto, si concede solo un po' di cipria, matita e qualche lucidalabbra.
Ha le labbra carnose e spesso se le morde quando è sovrappensiero, il viso è arrotondato, le mani sono affusolate, taglia le unghie corte e spesso mette degli smalti chiari.
A grandi linee è una ragazza semplice, non le piace mettersi in ghingheri, tuttavia le piace essere elegante, specie con il suo fidanzato, Daniele.
È una brava flautista, suona da quando aveva dieci anni e avrebbe voluto imparare a suonare anche il violino.
Viveva al n° 11 di via Sandro Botticelli, viale Romagna (Quartiere Forlanini, zona 4 di Milano), al terzo piano, precisamente sopra la lavanderia e merceria “Apegreen”, dove tra l 'altro aveva conosciuto Daniele nel novembre del 2008.
Come molti bambini con disturbi da stress traumatico, soffre di amnesia dissociativa (sistematizzata e circoscritta) da quando era
all 'orfanotrofio, è un'autodifesa del cervello: quello che ha visto è così scioccante che il cervello decide di dimenticarlo, lo fa ricordare solo come delle immagini sfocate e confuse, alla fine è meno nitido di un brutto sogno.
Ad ogni modo Angela non può dimenticare che i suoi genitori sono morti, sa che qualcuno li ha uccisi e si ricorda appena vagamente di una cugina più grande che si comportava in modo strano, ma niente di più. È ovvio che quindi lei cercasse di ricordare qualcosa di più, ma (sempre per autodifesa) non aveva altro che flash, se ricordava qualcosa di più (sangue, urla, ecc) aveva dei mal di testa così forti che alla fine dimenticava quello che aveva appena ricordato.
Alcune cose, perlopiù situazioni analoghe a quella che le aveva procurato lo shock, le potevano far avere delle crisi isteriche; da piccola, appena adottata, queste erano molto più frequenti, bastava vedere qualcosa di rosso per farle ricordare la frase “Siamo Angeli, e gli Angeli lo Odiano il Rosso” e farla impazzire, andando dallo psicologo le cose... migliorano e peggiorano. Non ha più le crisi isteriche a meno che non veda davvero le stesse identiche cose del Natale 2000, ma lei non affronta il trauma, quindi è controproducente: è un vulcano attivo con un tappo che si fa sempre più spesso, prima o poi erutterà e sarà un disastro per tutti quelli che ci vivono attorno.
Natale 2010: lei pensava già al famoso Natale Passato perché era tutta un “Oggi sono 10 anni. Oggi sono 10 anni!” e questo non ha aiutato. Affatto.
Daniele aveva i capelli neri un po' lunghi, gli occhi e pelle chiara e portava una felpa blu, era praticamente la versione maschile della prima Angela!
Quando le dà il medaglione rosso poggia la mano sul tavolo e si taglia con il coltello, quindi il palmo gli si sporca di qualche goccia di sangue e poi ha quella brillante idea del bacio sulla fronte; alla fine quello che Angela vede è: un sosia di sua cugina, un ciondolo rosso (che lei aveva fissato e figurato attentamente cercando di non guardare i cadaveri attorno a lei) e una mano sporca di sangue, il bacio alla fine è il colpo di grazia, tutto questo questo è bastato per farla reagire nel modo che conosciamo.
E una discendente di Bianca Ceolipro (pro-pro-prozia) e diretta discendente di Valentina Ceolipro (bis-bisnonna)
È piuttosto alta, circa un metro e settanta per sessantatré kg, ha una corporatura robusta ed un fisico da lanciatrice di coriandoli; no, non le è mai piaciuto lo sport, ha sempre preferito suonare il flauto e starsene tranquilla a casa, è una persona sostanzialmente calma e a volte si perde nei suoi pensieri con lo sguardo vacuo, un po' come se fosse cieca.
Ha i capelli color biondo cenere, lunghi fino a mezza schiena con la riga a sinistra, mossi, quasi con dei boccoli naturali; gli occhi grandi e grigi, le ciglia scure abbastanza lunghe, le sopracciglia sono castane ed arcuate, non sempre molto curate, il naso è semplice, con la punta un po' a patata. Le guance sono morbide, piene ma non troppo, con un leggero colorito roseo. Non le piace truccarsi molto, si concede solo un po' di cipria, matita e qualche lucidalabbra.
Ha le labbra carnose e spesso se le morde quando è sovrappensiero, il viso è arrotondato, le mani sono affusolate, taglia le unghie corte e spesso mette degli smalti chiari.
A grandi linee è una ragazza semplice, non le piace mettersi in ghingheri, tuttavia le piace essere elegante, specie con il suo fidanzato, Daniele.
È una brava flautista, suona da quando aveva dieci anni e avrebbe voluto imparare a suonare anche il violino.
Viveva al n° 11 di via Sandro Botticelli, viale Romagna (Quartiere Forlanini, zona 4 di Milano), al terzo piano, precisamente sopra la lavanderia e merceria “Apegreen”, dove tra l 'altro aveva conosciuto Daniele nel novembre del 2008.
Come molti bambini con disturbi da stress traumatico, soffre di amnesia dissociativa (sistematizzata e circoscritta) da quando era
all 'orfanotrofio, è un'autodifesa del cervello: quello che ha visto è così scioccante che il cervello decide di dimenticarlo, lo fa ricordare solo come delle immagini sfocate e confuse, alla fine è meno nitido di un brutto sogno.
Ad ogni modo Angela non può dimenticare che i suoi genitori sono morti, sa che qualcuno li ha uccisi e si ricorda appena vagamente di una cugina più grande che si comportava in modo strano, ma niente di più. È ovvio che quindi lei cercasse di ricordare qualcosa di più, ma (sempre per autodifesa) non aveva altro che flash, se ricordava qualcosa di più (sangue, urla, ecc) aveva dei mal di testa così forti che alla fine dimenticava quello che aveva appena ricordato.
Alcune cose, perlopiù situazioni analoghe a quella che le aveva procurato lo shock, le potevano far avere delle crisi isteriche; da piccola, appena adottata, queste erano molto più frequenti, bastava vedere qualcosa di rosso per farle ricordare la frase “Siamo Angeli, e gli Angeli lo Odiano il Rosso” e farla impazzire, andando dallo psicologo le cose... migliorano e peggiorano. Non ha più le crisi isteriche a meno che non veda davvero le stesse identiche cose del Natale 2000, ma lei non affronta il trauma, quindi è controproducente: è un vulcano attivo con un tappo che si fa sempre più spesso, prima o poi erutterà e sarà un disastro per tutti quelli che ci vivono attorno.
Natale 2010: lei pensava già al famoso Natale Passato perché era tutta un “Oggi sono 10 anni. Oggi sono 10 anni!” e questo non ha aiutato. Affatto.
Daniele aveva i capelli neri un po' lunghi, gli occhi e pelle chiara e portava una felpa blu, era praticamente la versione maschile della prima Angela!
Quando le dà il medaglione rosso poggia la mano sul tavolo e si taglia con il coltello, quindi il palmo gli si sporca di qualche goccia di sangue e poi ha quella brillante idea del bacio sulla fronte; alla fine quello che Angela vede è: un sosia di sua cugina, un ciondolo rosso (che lei aveva fissato e figurato attentamente cercando di non guardare i cadaveri attorno a lei) e una mano sporca di sangue, il bacio alla fine è il colpo di grazia, tutto questo questo è bastato per farla reagire nel modo che conosciamo.
E una discendente di Bianca Ceolipro (pro-pro-prozia) e diretta discendente di Valentina Ceolipro (bis-bisnonna)
Bianca Albina Angela Ceolipro: 05-05-1883/24-12-1899 (23:59)
Descriverla esteticamente con una parola? Bellissima.
So che è banale dire semplicemente che una persona è “bella” ma è la prima parola che mi viene in mente quando penso a lei (dopo “bianco”, ovvio) e chi può avere un'immagine di lei più dettagliata e precisa di chi l 'ha creata?
La descriverò nel modo più minuzioso possibile, dicendo anche come cercava di camuffare l 'albinismo da cui è affetta.
È figlia di Manlio e Silvana Ceolipro, nipote di Maria, Guglielmo (genitori di Valentina e Giuseppe), Lorenzo ed Elisa (genitori di Alessandro), cugina di Valentina, Giuseppe (l 'uomo che avrebbe dovuto sposare) e Alessandro; è un'antenata di Angela Ceolipro e Angela Ceoreno (è la sua pro-pro-pro-zia).
È alta un metro e sessanta e pesa cinquantatré kg; come Angela, anche il suo viso è a cuore, mascella piccola, zigomi alti e ha anche lei gli occhi grandi, color azzurro ghiaccio, grigi chiari, quasi bianchi e con una leggerissima sfumatura che da' sul rosato (gli occhi rossi degli albini sono dati dalla TOTALE assenza di pigmenti e melanina, che corrisponde alla forma più grave e rara dell 'albinismo ma in genere c'è solo una leggera tendenza al rosa, come nel caso di Bianca). Non potendo fare molto per scurirli, si limita a mettere della cipria scura sulle palpebre e sulle guance, così da mascherare la pelle chiara. Come molti albini ha problemi alla vista: è miope; nonostante il medico le abbia consigliato di usare degli occhiali, lei si è sempre categoricamente rifiutata perché, a suo dire, sciuperebbero la sua bellezza.
Ha le ciglia e le sopracciglia quasi bianche, tendenti al giallino, scurisce (o almeno ci prova) entrambi con matita e polvere nera o marrone.
Ha le labbra un po' sottili e spesso sorridenti ma, invece di essere un “ghigno sarcastico”, il suo è un bel sorriso apparentemente sincero, che in realtà nasconde molti segreti, molti più di quanti se ne possano evincere dal suo “angelico” viso.
Ha il collo a cigno (intendo slanciato) e di tanto in tanto ha dei problemi di cervicale, perciò dorme su una grande quantità di cuscini, non sapendo che in realtà è proprio questo che le crea problemi.
Come ho già detto, è albina, perciò ha i capelli quasi bianchi tendenti al biondo platino, fino ai tredici anni li porta lunghi, un po' mossi, tenuti da fermagli o nastri, la notte del suo tredicesimo compleanno decide rabbiosamente di tagliarli (vi ricorda qualcuno?) per zittire tutti coloro che la paragonavano ad un angelo a causa dei capelli bianchi e setosi; i suoi genitori, per non farla vedere conciata così (immaginate alla fine
dell '800 una ragazzina con i capelli corti come un uomo, figlia delle persone più importanti di Milano, insomma...) le fanno preparare una parrucca su misura. Malgrado lei la volesse nera suo padre decide di farla fare con capelli ramati per mantenere i tratti “chiari” dei Ceolipro. Nonostante l 'iniziale ostilità nei confronti della suddetta parrucca (ostilità dovuta solo al fatto del colore), Bianca alla lunga si attaccherà a tal punto ai suoi “nuovi capelli” che non lascerà mai la sua stanza senza di essa.
Come tutte le parrucche esistenti nel XIX secolo, è fatta con capelli veri; creata su commissione di Manlio Ceolipro (padre di Bianca) nella bottega del più famoso parrucchiere della Lombardia. Sono capelli molto lunghi, lisci, ma molto gonfi in basso, sciolti arrivano alla fine della schiena, è una particolare tonalità di rosso: castano ramato, un po' mogano e un po' ciliegio (giusto per essere chiara, alcuni parrucchieri e tinte per capelli lo chiamano “biondo rame profondo” o “rosso rame”). Quasi sempre li porta raccolti dietro la testa con fermagli d'oro e d'argento (spesso impreziositi da gemme o pietre) e sono raccolti in maniera tale da farli arrivare quasi a metà schiena.
Malgrado non abbia alcun difetto alle orecchie, lei preferisce nasconderle sotto la parrucca, mettendo comunque eleganti e sfarzosi orecchini (i suoi preferiti sono un paio di oro bianco con delle perle a goccia come pendenti, riportati da suo padre dopo un viaggio d'affari a Venezia).
Tornando al concetto dell 'albinismo (mi dispiace essere ripetitiva, ma alcune persone sembrano dimenticare cosa significhi “Albinismo”) ha ovviamente la pelle chiarissima con una tonalità rosata e non può assolutamente stare sotto la luce diretta del sole; a dodici anni stette a giocare per ore nel giardino della villa con sua cugina Valentina e si ritrovò le spalle, le braccia, parte del naso e delle guance ustionate, i segni sono ancora lievemente visibili sulle spalle e sul naso.
Non è molto portata per sport comuni fra le ragazze della sua epoca come il tennis o la bicicletta; le piace però l 'equitazione, muoversi e tenersi in forma, è infatti abile nella ginnastica generale e un po' nel corpo libero, grazie a questi esercizi ha un fisico tonico pur essendo “generosa” nelle forme (anche se, ad essere sincera, usava delle imbottiture in crine per il seno).
Tiene molto ai suoi polsi, che sono molto sottili, e alle sue unghie, lunghe e ben curate.
È ossessionata dalla cura per il corpo; fa almeno una volta al mese bagni di sale e di tanto in tanto bagni in acqua di rose con latte e miele (no, non me lo sono inventato, si fanno con latte, miele, olio e petali di rose), per coccolarsi, dice lei.
Non le piacciono le spezie e i cibi troppo salati, le piace il tè, il vino fragolino, il latte caldo con miele (perché fa bene alla gola e alla voce), ha una passione per i Biscottini di Novara (che si fa spedire direttamente da Novara ogni tanto), il tè ai frutti di bosco e quello alla ciliegia e mora.
Le piacciono i colori tenui o pastello, cosa che stride un po' con la moda dell 'epoca, le piace il rosa antico, l 'oro, il pesca e l 'ocra; la maggior parte dei suoi vestiti sono di questi colori, quelli più estivi però sono verdi, bianchi, beige, rosa confetto o azzurro chiaro.
Ha un carattere un po' difficile da descrivere, in generale è una ragazza posata, però le piace (o comunque le piacerebbe) stare all 'aperto, prima della morte di sua cugina Valentina (avvenuta quando Bianca aveva 15 anni) era molto più allegra e vivace, avendo perso con lei la sua unica amica e confidente, si rinchiude in se stessa e si rabbuia; evoca il Jinn per sbaglio, infatti, lei avrebbe voluto richiamare lo spirito della cugina per sentirsi meno sola.
Il rapporto con Valentina era praticamente uguale a quello che si potrebbe avere con una sorella, vivevano entrambe a Villa Ceolipro, quindi erano cresciute insieme.
Valentina era sempre stata quella “ribelle”, contagiando anche Bianca, ad esempio iniziano a ballare il valzer in mezzo alla sala durante il ballo di fidanzamento di Valentina (1897. Due donne. Ballano insieme. Il valzer. In un ricevimento ufficiale. Adesso può non farci effetto, ma provate ad immaginarlo con la mentalità dell 'epoca...) oppure scappano e vanno a rifugiarsi nel boschetto intorno alla villa, per venire ripescate solo la sera e subire una bella lavata di testa, o ballano la tarantella (si, la tarantella) al debutto in società di Bianca. Fra di loro c'è una rottura solo quando Valentina è “costretta” a sposare Alessandro, al che Bianca si sente abbandonata, alla sua morte poi, diventa una tragedia.
Vuole molto bene a Silvana e Manlio, i suoi genitori, è sempre stata coccolata dalla madre e un viziata dal padre, ovviamente, quando lui le impone il matrimonio con suo cugino Giuseppe, e sua madre non fa nulla per opporsi, le cose cambiano completamente.
Con Maria (sorella di Manlio) diciamo che non si possono vedere, la zietta la incolperebbe anche della peste bubbonica se potesse, e Bianca le risponde a tono, guadagnandosi spesso uno sganascione dietro alla nuca dalla suddetta zia.
Giuseppe... allora... lei lo odia. Semplicemente. Lui è il fratello di Valentina, la sorella è morta da una settimana e lui? Lui ha il coraggio di farci una battuta. Davanti a Bianca. E poi uno si chiede perché lo ha ammazzato... per non parlare del fatto che lui aveva più volte provato a portarsi a letto Bianca (anche prima che si parlasse del loro fidanzamento) mi sorprende che non lo abbia sistemato prima.
Con Fabiano, uno dei servitori... beh... non era amore, probabilmente non era neanche lontanamente innamorata, ma comunque era fisicamente attratta da lui, lo bacia quasi per spregio alla famiglia, non per altro. Mi dispiace, ma Bianca non è una da love-story.
Descriverla esteticamente con una parola? Bellissima.
So che è banale dire semplicemente che una persona è “bella” ma è la prima parola che mi viene in mente quando penso a lei (dopo “bianco”, ovvio) e chi può avere un'immagine di lei più dettagliata e precisa di chi l 'ha creata?
La descriverò nel modo più minuzioso possibile, dicendo anche come cercava di camuffare l 'albinismo da cui è affetta.
È figlia di Manlio e Silvana Ceolipro, nipote di Maria, Guglielmo (genitori di Valentina e Giuseppe), Lorenzo ed Elisa (genitori di Alessandro), cugina di Valentina, Giuseppe (l 'uomo che avrebbe dovuto sposare) e Alessandro; è un'antenata di Angela Ceolipro e Angela Ceoreno (è la sua pro-pro-pro-zia).
È alta un metro e sessanta e pesa cinquantatré kg; come Angela, anche il suo viso è a cuore, mascella piccola, zigomi alti e ha anche lei gli occhi grandi, color azzurro ghiaccio, grigi chiari, quasi bianchi e con una leggerissima sfumatura che da' sul rosato (gli occhi rossi degli albini sono dati dalla TOTALE assenza di pigmenti e melanina, che corrisponde alla forma più grave e rara dell 'albinismo ma in genere c'è solo una leggera tendenza al rosa, come nel caso di Bianca). Non potendo fare molto per scurirli, si limita a mettere della cipria scura sulle palpebre e sulle guance, così da mascherare la pelle chiara. Come molti albini ha problemi alla vista: è miope; nonostante il medico le abbia consigliato di usare degli occhiali, lei si è sempre categoricamente rifiutata perché, a suo dire, sciuperebbero la sua bellezza.
Ha le ciglia e le sopracciglia quasi bianche, tendenti al giallino, scurisce (o almeno ci prova) entrambi con matita e polvere nera o marrone.
Ha le labbra un po' sottili e spesso sorridenti ma, invece di essere un “ghigno sarcastico”, il suo è un bel sorriso apparentemente sincero, che in realtà nasconde molti segreti, molti più di quanti se ne possano evincere dal suo “angelico” viso.
Ha il collo a cigno (intendo slanciato) e di tanto in tanto ha dei problemi di cervicale, perciò dorme su una grande quantità di cuscini, non sapendo che in realtà è proprio questo che le crea problemi.
Come ho già detto, è albina, perciò ha i capelli quasi bianchi tendenti al biondo platino, fino ai tredici anni li porta lunghi, un po' mossi, tenuti da fermagli o nastri, la notte del suo tredicesimo compleanno decide rabbiosamente di tagliarli (vi ricorda qualcuno?) per zittire tutti coloro che la paragonavano ad un angelo a causa dei capelli bianchi e setosi; i suoi genitori, per non farla vedere conciata così (immaginate alla fine
dell '800 una ragazzina con i capelli corti come un uomo, figlia delle persone più importanti di Milano, insomma...) le fanno preparare una parrucca su misura. Malgrado lei la volesse nera suo padre decide di farla fare con capelli ramati per mantenere i tratti “chiari” dei Ceolipro. Nonostante l 'iniziale ostilità nei confronti della suddetta parrucca (ostilità dovuta solo al fatto del colore), Bianca alla lunga si attaccherà a tal punto ai suoi “nuovi capelli” che non lascerà mai la sua stanza senza di essa.
Come tutte le parrucche esistenti nel XIX secolo, è fatta con capelli veri; creata su commissione di Manlio Ceolipro (padre di Bianca) nella bottega del più famoso parrucchiere della Lombardia. Sono capelli molto lunghi, lisci, ma molto gonfi in basso, sciolti arrivano alla fine della schiena, è una particolare tonalità di rosso: castano ramato, un po' mogano e un po' ciliegio (giusto per essere chiara, alcuni parrucchieri e tinte per capelli lo chiamano “biondo rame profondo” o “rosso rame”). Quasi sempre li porta raccolti dietro la testa con fermagli d'oro e d'argento (spesso impreziositi da gemme o pietre) e sono raccolti in maniera tale da farli arrivare quasi a metà schiena.
Malgrado non abbia alcun difetto alle orecchie, lei preferisce nasconderle sotto la parrucca, mettendo comunque eleganti e sfarzosi orecchini (i suoi preferiti sono un paio di oro bianco con delle perle a goccia come pendenti, riportati da suo padre dopo un viaggio d'affari a Venezia).
Tornando al concetto dell 'albinismo (mi dispiace essere ripetitiva, ma alcune persone sembrano dimenticare cosa significhi “Albinismo”) ha ovviamente la pelle chiarissima con una tonalità rosata e non può assolutamente stare sotto la luce diretta del sole; a dodici anni stette a giocare per ore nel giardino della villa con sua cugina Valentina e si ritrovò le spalle, le braccia, parte del naso e delle guance ustionate, i segni sono ancora lievemente visibili sulle spalle e sul naso.
Non è molto portata per sport comuni fra le ragazze della sua epoca come il tennis o la bicicletta; le piace però l 'equitazione, muoversi e tenersi in forma, è infatti abile nella ginnastica generale e un po' nel corpo libero, grazie a questi esercizi ha un fisico tonico pur essendo “generosa” nelle forme (anche se, ad essere sincera, usava delle imbottiture in crine per il seno).
Tiene molto ai suoi polsi, che sono molto sottili, e alle sue unghie, lunghe e ben curate.
È ossessionata dalla cura per il corpo; fa almeno una volta al mese bagni di sale e di tanto in tanto bagni in acqua di rose con latte e miele (no, non me lo sono inventato, si fanno con latte, miele, olio e petali di rose), per coccolarsi, dice lei.
Non le piacciono le spezie e i cibi troppo salati, le piace il tè, il vino fragolino, il latte caldo con miele (perché fa bene alla gola e alla voce), ha una passione per i Biscottini di Novara (che si fa spedire direttamente da Novara ogni tanto), il tè ai frutti di bosco e quello alla ciliegia e mora.
Le piacciono i colori tenui o pastello, cosa che stride un po' con la moda dell 'epoca, le piace il rosa antico, l 'oro, il pesca e l 'ocra; la maggior parte dei suoi vestiti sono di questi colori, quelli più estivi però sono verdi, bianchi, beige, rosa confetto o azzurro chiaro.
Ha un carattere un po' difficile da descrivere, in generale è una ragazza posata, però le piace (o comunque le piacerebbe) stare all 'aperto, prima della morte di sua cugina Valentina (avvenuta quando Bianca aveva 15 anni) era molto più allegra e vivace, avendo perso con lei la sua unica amica e confidente, si rinchiude in se stessa e si rabbuia; evoca il Jinn per sbaglio, infatti, lei avrebbe voluto richiamare lo spirito della cugina per sentirsi meno sola.
Il rapporto con Valentina era praticamente uguale a quello che si potrebbe avere con una sorella, vivevano entrambe a Villa Ceolipro, quindi erano cresciute insieme.
Valentina era sempre stata quella “ribelle”, contagiando anche Bianca, ad esempio iniziano a ballare il valzer in mezzo alla sala durante il ballo di fidanzamento di Valentina (1897. Due donne. Ballano insieme. Il valzer. In un ricevimento ufficiale. Adesso può non farci effetto, ma provate ad immaginarlo con la mentalità dell 'epoca...) oppure scappano e vanno a rifugiarsi nel boschetto intorno alla villa, per venire ripescate solo la sera e subire una bella lavata di testa, o ballano la tarantella (si, la tarantella) al debutto in società di Bianca. Fra di loro c'è una rottura solo quando Valentina è “costretta” a sposare Alessandro, al che Bianca si sente abbandonata, alla sua morte poi, diventa una tragedia.
Vuole molto bene a Silvana e Manlio, i suoi genitori, è sempre stata coccolata dalla madre e un viziata dal padre, ovviamente, quando lui le impone il matrimonio con suo cugino Giuseppe, e sua madre non fa nulla per opporsi, le cose cambiano completamente.
Con Maria (sorella di Manlio) diciamo che non si possono vedere, la zietta la incolperebbe anche della peste bubbonica se potesse, e Bianca le risponde a tono, guadagnandosi spesso uno sganascione dietro alla nuca dalla suddetta zia.
Giuseppe... allora... lei lo odia. Semplicemente. Lui è il fratello di Valentina, la sorella è morta da una settimana e lui? Lui ha il coraggio di farci una battuta. Davanti a Bianca. E poi uno si chiede perché lo ha ammazzato... per non parlare del fatto che lui aveva più volte provato a portarsi a letto Bianca (anche prima che si parlasse del loro fidanzamento) mi sorprende che non lo abbia sistemato prima.
Con Fabiano, uno dei servitori... beh... non era amore, probabilmente non era neanche lontanamente innamorata, ma comunque era fisicamente attratta da lui, lo bacia quasi per spregio alla famiglia, non per altro. Mi dispiace, ma Bianca non è una da love-story.
Il Jinn:
Per chi non lo sapesse, i Jinn sono simili ai demoni, ma non sono necessariamente cattivi comunque, se catturati, sono simili ai geni delle lampade, solo che esaudiscono un numero illimitato di desideri.
In questa storia i Jinn sono costretti a far ricadere sui propri padroni il triplo di qualunque cosa abbiano chiesto, laddove il desiderio coinvolga altre persone. (non so se sono stata chiara...)
Allora... il Jinn... e adesso da dove parto?
Beh... ha l 'aspetto di un ragazzino di 10 anni, è alto circa un metro e trentacinque, ha i capelli di un rosso molto acceso, quasi fuoco, un po' lunghi, senza alcun taglio particolare (diciamo buttati giù, alla “mi sono appena svegliato”) stesso colore per gli occhi, che sono un po' a mandorla e con l 'iride verticale, simile a quella dei felini; ha le sopracciglia morbide, tipiche nei bambini; è magrolino, mingherlino, di corporatura esile, con le clavicole un po' sporgenti... tagliamo corto e diciamo che è rachitico; ha le orecchie un po' a punta, non proprio da elfo ma... quasi. Ha le labbra... normali, spesso è sorridente (o per meglio dire ghignante) e un nasino piccolo e delicato.
Ehm... segni particolari? Vediamo... pelle... verde? Ah, ha le lentiggini! Vabbè, diciamocelo, è un ragazzino molto carino, rachitico e con la pelle verde. I suoi unici capi d'abbigliamento sono la camicia, la blusa, i pantaloncini e a volte le scarpe che Bianca è riuscita a “rimediargli” dalla servitù. La camicia un tempo era beige ma con il tempo si è sporcata a tal punto da assumere un colore giallognolo/marroncino, ha le maniche lunghe con un polsino macchiato, il colletto è rovinato e mancano un paio di bottoni; la blusa è verdina, come i pantaloncini, lunghi fino alle ginocchia.
Ha con Bianca un legame speciale, lei lo vede come una semplice compagnia e un modo per ottenere ciò che vuole, ma lui arriva a provare una forma d'amore platonico per lei, la vede quasi come una madre, cerca di proteggerla dal suo stesso desiderio infatti, quando lei chiede la morte di Giuseppe.
Velocemente vi descrivo anche la madre del Jinn:
Ha l 'aspetto di una venticinquenne, è alta un metro e settanta circa, magra da far paura, colore della pelle, occhi e capelli come il figlio, i capelli sono molto lunghi, quando Bianca la evoca (e la Jinn aveva già un padrone) aveva i capelli unti, umidi, impiastricciati con delle ciocche buttate davanti al viso, gli occhi pieni di rabbia e lacrime, addosso solo una specie di tunica ricavata con ogni probabilità da stracci; sporca di fango, terra, sudore e sangue, propone a Bianca un patto, se Bianca l 'avesse liberata lei le avrebbe dato suo figlio per servirla come Jinn (nella mitologia islamica i Jinn possono avere figli, con loro simili o con esseri umani).
Esistono varie tipologie di Jinn, non ne so molto, ma per quanto mi sono potuta documentare, il Jinn e sua madre potrebbero essere degli Ifrit, dei Mārid o degli Āmir
Per chi non lo sapesse, i Jinn sono simili ai demoni, ma non sono necessariamente cattivi comunque, se catturati, sono simili ai geni delle lampade, solo che esaudiscono un numero illimitato di desideri.
In questa storia i Jinn sono costretti a far ricadere sui propri padroni il triplo di qualunque cosa abbiano chiesto, laddove il desiderio coinvolga altre persone. (non so se sono stata chiara...)
Allora... il Jinn... e adesso da dove parto?
Beh... ha l 'aspetto di un ragazzino di 10 anni, è alto circa un metro e trentacinque, ha i capelli di un rosso molto acceso, quasi fuoco, un po' lunghi, senza alcun taglio particolare (diciamo buttati giù, alla “mi sono appena svegliato”) stesso colore per gli occhi, che sono un po' a mandorla e con l 'iride verticale, simile a quella dei felini; ha le sopracciglia morbide, tipiche nei bambini; è magrolino, mingherlino, di corporatura esile, con le clavicole un po' sporgenti... tagliamo corto e diciamo che è rachitico; ha le orecchie un po' a punta, non proprio da elfo ma... quasi. Ha le labbra... normali, spesso è sorridente (o per meglio dire ghignante) e un nasino piccolo e delicato.
Ehm... segni particolari? Vediamo... pelle... verde? Ah, ha le lentiggini! Vabbè, diciamocelo, è un ragazzino molto carino, rachitico e con la pelle verde. I suoi unici capi d'abbigliamento sono la camicia, la blusa, i pantaloncini e a volte le scarpe che Bianca è riuscita a “rimediargli” dalla servitù. La camicia un tempo era beige ma con il tempo si è sporcata a tal punto da assumere un colore giallognolo/marroncino, ha le maniche lunghe con un polsino macchiato, il colletto è rovinato e mancano un paio di bottoni; la blusa è verdina, come i pantaloncini, lunghi fino alle ginocchia.
Ha con Bianca un legame speciale, lei lo vede come una semplice compagnia e un modo per ottenere ciò che vuole, ma lui arriva a provare una forma d'amore platonico per lei, la vede quasi come una madre, cerca di proteggerla dal suo stesso desiderio infatti, quando lei chiede la morte di Giuseppe.
Velocemente vi descrivo anche la madre del Jinn:
Ha l 'aspetto di una venticinquenne, è alta un metro e settanta circa, magra da far paura, colore della pelle, occhi e capelli come il figlio, i capelli sono molto lunghi, quando Bianca la evoca (e la Jinn aveva già un padrone) aveva i capelli unti, umidi, impiastricciati con delle ciocche buttate davanti al viso, gli occhi pieni di rabbia e lacrime, addosso solo una specie di tunica ricavata con ogni probabilità da stracci; sporca di fango, terra, sudore e sangue, propone a Bianca un patto, se Bianca l 'avesse liberata lei le avrebbe dato suo figlio per servirla come Jinn (nella mitologia islamica i Jinn possono avere figli, con loro simili o con esseri umani).
Esistono varie tipologie di Jinn, non ne so molto, ma per quanto mi sono potuta documentare, il Jinn e sua madre potrebbero essere degli Ifrit, dei Mārid o degli Āmir
Altri Personaggi:
Se vi interessa leggere le descrizioni degli altri personaggi potete leggere o scaricare questo file (.doc)
Egaloir - Personaggi.doc | |
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